1. Introduzione agli Interventi Ammessi nel Conto Termico 3.0
Il Conto Termico 3.0 è un meccanismo nazionale di incentivo che sostiene interventi di efficienza energetica e di produzione di calore da fonti rinnovabili, rivolto a pubbliche amministrazioni, imprese e privati. In questo articolo è presente un quadro introduttivo degli interventi ammessi, suddivisi tra le due categorie previste dal decreto ufficiale:
- Efficienza energetica — Interventi che portano a ridurre il fabbisogno energetico e ottimizzare i consumi, tra cui: isolamento dell’involucro (pareti, coperture, pavimenti), serramenti, schermature solari, trasformazione in NZEB, illuminazione efficiente e sistemi di building automation/termoregolazione.
- Produzione termica da FER — Tecnologie che generano calore rinnovabile sostituendo i generatori fossili: pompe di calore (anche in sistemi ibridi), solare termico, generatori a biomassa, allaccio a teleriscaldamento efficiente, scaldacqua a pompa di calore e microcogenerazione, con possibile integrazione di sistemi di accumulo e fotovoltaico.
2. Interventi di Efficienza del Conto Termico 3.0: Quali Sono?
Gli interventi di efficienza energetica previsti dal Conto Termico 3.0 migliorano le prestazioni energetiche degli edifici, con benefici diretti su consumi e comfort. In base ai casi previsti dal decreto, in alcuni casi l’accesso all’incentivo richiede una diagnosi energetica pre-intervento e APE post-intervento per validare il miglioramento energetico.
Isolamento dell’involucro opaco (pareti, coperture, pavimenti)
Si interviene su pareti, tetti e solai del volume climatizzato per ridurre dispersioni in inverno e surriscaldamento estivo, stabilizzando la temperatura interna e preparando il terreno a impianti più efficienti. Il decreto fissa limiti di trasmittanza (U) diversi per zona climatica; se l’isolamento è dall’interno o in intercapedine tali limiti sono modulati (+30%).
Serramenti ad alte prestazioni (chiusure trasparenti + infissi)
La sostituzione di finestre e infissi migliora tenuta all’aria e isolamento nelle zone più esposte, con impatto immediato sui fabbisogni energetici. Anche qui il decreto prevede limiti U per zona climatica.
Schermature e filtrazione solare
Tende esterne, frangisole o sistemi di filtrazione modulano l’ingresso della radiazione nelle ore più calde, riducendo carichi estivi e abbagliamento. L’intervento è incentivato se abbinato alla sostituzione dei serramenti (o se i serramenti sono già conformi ai requisiti minimi); sono ammessi sistemi con prestazione di schermatura almeno in classe 3 e con meccanismi automatici di regolazione basati su sensori solari.
Trasformazione in NZEB
È il “progetto integrato” che combina involucro efficiente, impianti evoluti e rinnovabili per portare l’edificio vicino allo zero energetico. Ai fini dell’incentivo l’APE post-opera deve attestare la classe NZEB (o il rispetto dei requisiti equivalenti). Per gli edifici della PA è ammessa anche demolizione e ricostruzione NZEB entro un incremento volumetrico massimo del 25%.
Illuminazione efficiente (interni e pertinenze)
Il relamping con apparecchi ad alta efficienza porta un taglio immediato dei consumi elettrici e una luce più uniforme, con meno manutenzione. Il decreto richiede lampade certificate (fotometria, sicurezza, marcatura CE), resa cromatica adeguata, efficienza minima e una riduzione della potenza installata rispetto alla situazione pre-intervento, oltre al rispetto delle norme su inquinamento luminoso per gli esterni.
Building Automation e termoregolazione
Sistemi di gestione (BMS), sensori e valvole introducono controllo “intelligente” dell'edificio. Sono incentivabili le tecnologie che raggiungono almeno la classe B della UNI EN ISO 52120-1.
3. Interventi di produzione termica da FER
Gli interventi di produzione termica da fonti energetiche rinnovabili (FER) includono sistemi che generano calore da risorse sostenibili: solare termico, pompe di calore per usi termici, generatori a biomassa, teleriscaldamento efficiente e microcogenerazione da FER. Sono tecnologie che trasformano sole, aria, acqua e biomassa in calore per riscaldamento e acqua calda sanitaria (ACS), con benefici misurabili su consumi, emissioni e costi.
Pompe di calore (elettriche o a gas)
Sostituiscono la caldaia tradizionale sfruttando energia aerotermica, geotermica o idrotermica per produrre calore per riscaldamento e/o ACS. Offrono rendimenti stagionali elevati e si integrano bene con fotovoltaico e accumulo. Per impianti con potenza utile > 200 kW è richiesta la contabilizzazione del calore. I requisiti prestazionali minimi sono coerenti con l’impianto Ecodesign; il decreto dettaglia i riferimenti per le diverse tipologie (split, VRF/VRV, acqua-aria, ecc.).
Sistemi ibridi “factory made” o bivalenti
Combinano pompa di calore e generatore di supporto con una logica di controllo integrata, scegliendo di volta in volta la tecnologia più efficiente. Sono utili quando si vuole riqualificare “per gradi” (ad esempio su impianti a radiatori o in climi più rigidi), mantenendo comfort e continuità di servizio. Anche in questo caso, per potenza utile > 200 kW va prevista la contabilizzazione del calore.
Generatori a biomassa
Caldaie e sistemi alimentati a pellet, cippato o altre biomasse, adatti a utenze con richiesta termica significativa e abbastanza costante (es. aziende agricole, serre, edifici con grandi volumi). Per taglie più elevate e per configurazioni ibride/bivalenti il decreto prevede regole dedicate; oltre 200 kW è richiesta la contabilizzazione del calore, e per potenze > 500 kW si applicano metodi e limiti emissivi specifici.
Solare termico (anche solar cooling)
Impianti a collettori (su tetto o a terra) per produrre calore destinato ad ACS e/o integrazione al riscaldamento, particolarmente efficaci dove i consumi di acqua calda sono elevati (hotel, palestre, piscine, processi a bassa temperatura). Oltre 100 m² di superficie solare è obbligatoria la contabilizzazione del calore; il decreto richiede certificazioni (es. Solar Keymark) e soglie minime di producibilità.
Scaldacqua a pompa di calore
Sostituisce boiler elettrici o a gas con un sistema dedicato alla sola ACS, molto efficiente e rapido da installare. È un intervento “mirato” che spesso genera benefici immediati sui consumi. La durata dell’incentivo per questa tipologia è 2 anni (secondo tabella del decreto).
Allaccio a teleriscaldamento efficiente
Collega l’edificio a una rete di teleriscaldamento qualificata come efficiente, spostando la produzione termica su un sistema centralizzato e semplificando la gestione dell’impianto locale. L’ammissibilità dipende dalla qualificazione della rete e dal censimento/riconoscimento nelle anagrafiche e nei riferimenti regolatori richiamati dal decreto (es. ARERA 574/2018/R/tlr).
Microcogenerazione alimentata da FER
Piccoli impianti che producono insieme calore ed elettricità alimentandosi da fonti rinnovabili (es. biogas/bioliquidi/biomassa), indicati per utenze con carichi termici ed elettrici abbastanza costanti. Ai fini dell’incentivo servono requisiti specifici: P (Nominal Power) < 50 kWe e un PES (Primary Energy Saving) ≥ 10% (risparmio di energia primaria). Sono richieste certificazioni del produttore e un’asseverazione con la stima del PES.
